L'EYE (European Youth Event) riunisce al Parlamento Europeo a Strasburgo e online oltre 10.000 giovani provenienti da tutta l'Unione europea e dal mondo, per condividere e dare forma alle loro idee sul futuro dell'Europa.
È un'opportunità unica per ragazze e ragazzi dai 16 ai 30 anni di interagire, ispirarsi a vicenda e scambiare le proprie opinioni con esperti, attivisti, influencer e decisori, nel cuore della democrazia europea.
EYE2023, la quinta edizione dell'evento, si è svolta il 9 e 10 giugno in modalità dal vivo e online a Strasburgo.
Tra i progetti che sono stati presentati e discussi davanti al prestigioso pubblico, vi era anche la nostra UNA Women, selezionata come caso d’osservazione e studio a livello europeo riguardo l’utilizzo degli open data per creare un’economia innovativa ed egualitaria per le persone.
La soluzione embrionale della piattaforma, pensata per la ripresa della mobilità femminile dopo la pandemia da Covid-19, aveva cominciato il suo percorso con un doppio premio europeo al contest EU Datathon 2021 nelle categorie “Un’economia che lavora per le persone” e “App più votata dal pubblico”.
A distanza di mesi, la motivazione a voler contribuire con la nostra tecnologia ad un futuro migliore per le donne rimane un motore trainante.
Tra le iniziative in programma: vari workshop presso università ed associazioni a favore dell’empowerment femminile, il restyling della piattaforma e la presenza a vari eventi istituzionali dei settori interessati.
“Ciò che ci preme maggiormente, oltre a fornire opportunità qualitativamente valide alle giovani donne, è creare una community che possa rispecchiarsi nei nostri stessi valori e che sia in grado di agire in ottica di collettività per affrontare problemi come il gender gap. Seguendo questo proposito, stiamo iniziando a creare un asset comunicativo composto da eventi fisici, sito web e social per portare il nostro messaggio in maniera semplice e stimolante al grande pubblico. Rendersi conto di poter agire su problemi che sembrano insormontabili è il primo passo per vedere il cambiamento.” — conclude la nostra Sara Baroni.